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Cos’è il sequestro conservativo?

27 Nov , 2018  

Cos’è il sequestro conservativo? Il sequestro conservativo spiegato bene

Un grande strumento a garanzia del tuo credito

Sapere cos’è il sequestro conservativo e in cosa consiste è di fondamentale importanza per un creditore. Partiamo dal presupposto che il sequestro conservativo è un grande strumento a garanzia del tuo credito.

Tra poco scopriremo il perché è una procedura così potente, ma soprattutto capiremo in che modo ricorrere a questo strumento e a chi conviene farlo.

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Sequestro conservativo: in cosa consiste?

Per capire precisamente in cosa consista il sequestro conservativo, dobbiamo far riferimento al Codice Civile, art. 2905. Questo articolo specifica che chi vanta un credito può far domanda di sequestro conservativo nei confronti dei beni del suo debitore.

Nel rispetto delle regole del codice di procedura civile, un creditore può dunque chiedere al giudice di sequestrare alcuni beni del suo diretto creditore.

La richiesta di sequestro conservativo viene presentata nel momento in cui il creditore ha il timore che il debitore non sia in grado di adempiere ai suoi doveri. Il sequestro dei beni serve quindi come garanzia che il debitore riesca a pagare il suo debito.

Il giudice si occuperà di verificare la fondatezza di questo timore, per poi disporre il sequestro conservativo di beni o somme che il debitore deve al creditore. I limiti del sequestro conservativo sono gli stessi che vengono riconosciuti in caso di pignoramento.

Sequestro conservativo: quali sono gli effetti?

Il sequestro conservativo è uno strumento molto potente e in quanto tale va utilizzato con parsimonia. Per questo motivo il giudice è tenuto ad analizzare con scrupolosità la situazione, per capire se il timore del creditore sia effettivamente fondato.

Il sequestro di beni può concorrere ad aggravare la situazione del debitore, che sarà ancora più impossibilitato a tener fede ai suoi debiti.

Il sequestro ha infatti effetti sia materiali che giuridici. I beni che vengono sequestrati sono disposti sotto custodia e sottoposti a vincolo di indisponibilità.

Attraverso questi vincoli si impedisce al debitore di rende indisponibili delle somme o dei beni, con la conseguenza che il creditore perda ogni garanzia a riguardo.

Sequestro conservativo: la richiesta dell’Agenzia delle Entrate

L’art. 22 D. Lgs. n. 472/1997 consente all’Agenzia delle Entrate di richiedere al giudice il sequestro conservativo. Anche in questo caso, deve esserci un fondato timore che l’Agenzia perda il credito.

Sequestro conservativo: i presupposti

Per rendere possibile l’avvio del sequestro conservativo, devono esistere due presupposti fondamentali.

Periculum in mora

Nel caso specifico esiste un rischio concreto che il debitore si liberi del suo patrimonio e quindi non sia in grado di pagare il debito. In questo caso è necessario analizzare la capacità patrimoniale del debitore e i suoi comportamenti. Un debitore potrebbe addirittura depauperare le proprie risorse per non tener federe al proprio debito.

Fumus bono iuris

Nel caso specifico,esistono elementi che confermino l’idoneità e la fondatezza della richiesta del creditore nei confronti del debitore.

Per poter richiedere un sequestro conservativo, questi due presupposti devono obbligatoriamente essere reali. Anche la mancanza di uno solo dei due suddetti presupposti fa cadere l’idoneità della richiesta.

Sequestro conservativo: come richiederlo?

Come abbiamo visto esistono dei presupposti e delle precise procedure per poter richiedere il sequestro conservativo dei beni di un debitore. Al momento della richiesta al Tribunale competente, bisognerà redigere un modulo in cui si specifichi:

  • dati anagrafici del richiedente (ossia il creditore)
  • presupposto del fumus bono iuris
  • presupposto del periculum in mora
  • dati del debitore
  • bene o somma di cui si richiede il sequestro conservativo
  • l’invocazione all’inaudita altera parte

Sequestro conservativo: inaudita altera parte

Nel mondo del diritto siamo spesso circondati da termini e locuzioni latine, spesso senza conoscerne il significato. Questo è il caso dell’espressione inaudita altera parte, che in molti hanno sentito o letto ma in pochi conosco davvero.

L’espressione tradotta letteralmente significa: senza aver dato ascolto all’altra parte. All’interno dell’ordinamento italiano, questa formula torna quando si arriva ad una decisione del giudice senza aver dato ascolto ad una delle due parti.

Questa procedura rappresenta un’eccezione al principio del contraddittorio , per il quale un soggetto non può essere sottoposto ad un provvedimento senza essere informato precedentemente.

Il ricorso a questa procedura è concesso nel momento in cui il trascorrere del tempo potrebbe causare danno al diritto che è soggetto della tutela richiesta.

In questo modo non si rende necessaria una probabile lunga attesa della risposta da parte del soggetto debitore.

Sequestro conservativo: da sequestro conservativo a pignoramento

Abbiamo visto che il creditore può richiedere il sequestro conservativo dei beni del debitore, in attesa che il giudice emetta una sentenza definitiva. Questa procedura serve al creditore ad assicurarsi che il debitore non si liberi di tutti i suoi averi prima della sentenza.

L’autorità giudiziaria si preoccuperà di nominare un custode per i beni sequestrati, il quale si occuperà di gestire ed amministrare questi beni o somme.

Bisogna tener presente che nel caso in cui si tratti di un’automobile o una casa, il bene in oggetto potrebbe essere soggetto a deterioramento dovuto al tempo.

Nel momento in cui la condanna a sfavore del debitore viene pubblicata, il sequestro conservativo si trasforma automaticamente in pignoramento. Ovviamente il pignoramento avrà valore in proporzione alle somme dovute dal debitore al creditore.

Se il debito ammonta ad esempio a 10.000 euro, il creditore non potrà avvalersi del pignoramento di una casa da 200.000 euro. Il sequestro infatti si converte in pignoramento nei limiti delle somme dovute dal debitore.

La trasformazione del sequestro in pignoramento si attua nel momento della diffusione della sentenza di condanna, senza aspettare che questa passi in giudicato. Inoltre è sufficiente la condanna in primo grado nei confronti del debitore.

Una volta convertito il sequestro in pignoramento, il creditore potrà richiedere la vendita del bene per ricavarne il credito che gli spetta.

Come dicevo all’inizio di questo breve articolo, il sequestro conservativo è un grande strumento a garanzia del tuo credito. Un metodo così potente va però utilizzato nella maniera più idonea, o perderà di validità.

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