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Decreto ingiuntivo (fac simile)

2 Dic , 2018  

Vuoi un fac simile del Decreto ingiuntivo?
Cos’è e come si presenta il provvedimento di ingiunzione?

Oggi vogliamo analizzare un fac simile del decreto ingiuntivo, è perché questo tipo di provvedimento rappresenta uno degli strumenti più potenti nelle mani dei creditori.

Ricorrere al decreto ingiuntivo ti serve nel caso come una sorta di intimidazione nei confronti dei tuoi debitori. Attraverso l’ingiunzione infatti rendi chiara la tua ferma volontà di recupero del credito.

Anche non vorresti, certe volte rivolgersi ad un giudice è l’unico modo per poter recuperare le somme di fatture insolute.

Andiamo allora a vedere cos’è e com’è fatto il fac simile di un decreto ingiuntivo.

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Decreto ingiuntivo (fac simile): che cos’è un decreto ingiuntivo?

Alcuni conoscono il decreto ingiuntivo sotto un altro nome: l‘ingiunzione di pagamento. Due modi per chiamare la stessa identica procedura per il recupero dei crediti.

In parole povere, l’ingiunzione di pagamento è un’azione del giudice che impone al debitore di pagare i suoi debiti o consegnare un determinato bene. Ovviamente il giudice indica al debitore i tempi e i modi in cui questa restituzione va eseguita da parte del debitore.

Decreto ingiuntivo (fac simile): come si richiede l’ingiunzione di pagamento?

Per poter rientrare in possesso dei tuoi beni attraverso il decreto ingiuntivo, sei costretto a rivolgerti ad un arbitro. In base all’entità del credito che vuoi recuperare, l’arbitro sarà un giudice o un giudice di pace.

La prima cosa da fare per poter richiedere il decreto ingiuntivo è dimostrare che il credito esiste. Se un fornitore o un partner commerciale non paga le sue fatture, ti sarà necessario dimostrarlo attraverso un contratto, una cambiale o un ordine d’acquisto.

Sarà il giudice ad analizzare le prove prodotte dal creditore a decidere. Nel caso in cui il tribunale ritenesse le prove attendibili e soddisfacenti, il giudice provvederà ad emanare l’ingiunzione. In questa fase non è necessario che il debitore sia al corrente di ciò che sta accadendo.

Una volta fatta la copia dell’ordine di pagamento emesso dal giudice, il creditore informerà il tuo debitore della situazione entro 60 giorni. Questo è un passaggio importante, dato che il debitore ha sempre il diritto di provare un’opposizione al decreto ingiuntivo.

Nota bene: il termine di 60 giorni per la comunicazione al debitore è perentorio, dopo questo lasso di tempo l’ordine di pagamento perderà di efficacia!

Decreto ingiuntivo (fac simile): l’opposizione all’ingiunzione di pagamento

A questo punto il debitore può decidere se pagare il proprio debito oppure opporsi e avviare una causa vera e propria. Nel caso in cui il debitore decidesse di pagare il debito, avrà 40 giorni di tempo per farlo.

Se il debitore non dovesse pagare entro i 40 giorni, il provvedimento d’ingiunzione si trasformerà in definitivo. In questo modo l’ingiunzione sarà considerata come una sentenza passata in giudicato. Solo dopo questo punto, il creditore potrà avanzare la richiesta di pignoramento dei beni del debitore.

Nel caso in cui il debitore si opponga all’ingiunzione, viene a crearsi una vera e propria causa ordinaria. Lo scopo di questa causa è quello di sincerarsi dell’esistenza del diritto al credito e della sua entità.

Le obiezioni più comuni da parte di un debitore sono:

  • il credito o il diritto al credito del creditore non esiste
  • il creditore non ha rispettato gli estremi del contratto
  • il diritto al credito è caduto in prescrizione
  • il debito è già stato saldato prima del procedimento di ingiunzione

Per il debitore esiste anche una terza strada, per risolvere in maniera “amichevole” la situazione. Sempre all’interno dei 40 giorni di tempo che gli sono concessi, il debitore può provare a raggiungere un accordo stragiudiziale con il suo creditore. Il debitore può offrire un rimborso parziale del debito, mentre il creditore può decidere di accettare pur di recuperare una parte del credito.

Decreto ingiuntivo (fac simile): la provvisoria esecuzione

In alcuni casi il giudice può decidere di ricorrere alla procedura nota col nome di “provvisoria esecuzione”.

Attraverso la provvisoria esecuzione, il giudice dispone che vi sia un’esecuzione immediata del provvedimento d’ingiunzione. In questo modo il debitore perde la possibilità di pagare il suo debito oppure opporsi nel limite di 40 giorni.

Così facendo diventano 10 i giorni in cui il creditore ottiene il pagamento del suo credito. Ovviamente il debitore non perde il diritto di opporsi all’ingiunzione, ma dovrà farlo dopo che il procedimento sia già diventato effettivo.

Per poter ricorrere alla provvisoria esecuzione, il giudice deve essere certo che il credo esista effettivamente. Questo succede nel caso in cui il credito si basi su cambiali, assegni circolari o atti di pubblici funzionari.

Anche nel caso in cui il giudice ravveda un “pericolo di grave pregiudizio nel ritardo” potrà attuare la provvisoria esecuzione dell’ingiunzione.

Decreto ingiuntivo (fac simile): com’è fatto e quali dati servono

Il ricorso per decreto ingiuntivo va indirizzo al tribunale competente o al giudice di pace. Questo documento deve contenere:

  • i dati anagrafici del creditore che ne fa richiesta
  • il nominativo dell’Avvocato dal quale è rappresentato
  • l’entità del credito in essere
  • i dati del debitore
  • la documentazione che prova l’esistenza del credito

Oltre alla somma del debito già esistente, attraverso il decreto ingiuntivo il creditore chiede al debitore di pagare anche gli interessi legali, le spese e gli onorari.

Una volta analizzati i documenti e nel caso riconoscesse l’effettiva esistenza del credito, il giudice emanerà l’ingiunzione indicando al debitore di:

  • pagare il debito entro e non oltre i 40 giorni
  • pagare gli interessi legali (specificando la somma)
  • pagare le spese (specificando la somma)
  • la possibilità di opporsi entro i 40 giorni
  • nel caso in cui il debitore non faccia opposizione e non paghi il debito, il creditore potrà procedere all’esecuzione forzata del credito (pignoramento)

Nei casi in cui il debitore si opponga all’ingiunzione, ci sarà bisogno di produrre altri documenti schiaccianti. Nei casi in cui il debitore cerchi una soluzione “bonaria” ci sarà bisogno di un mediatore che si assicuri che il credito non venga svalutato.

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